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Exogroove, il fuoriorario per antonomasia, raccontato da Gabon, il suo ideatore

“Exogroove, festa itinerante in cui sembrava di sognare per l’atmosfera incredibile che c’era”.Così il quotidiano Il Foglio lo scorso dicembre ha descritto e sintetizzato alla perfezione che cosa ha rappresentato il fuoriorario ideato e concepito nel 1989 da Gabon, che dopo Exogroove avrebbe poi creato l’after-tea New York Bar e la one-night Salvation (quest’ultima protagonista sia a Milano sia a Ibiza) e sarebbe diventato titolare del Café Atlantique di Milano. Storico imprenditore italiano nel settore dell’intrattenimento, attualmente Gabonè titolare del ristorante Marecrudo a Milano e della spiaggia G Beach a Gallipoli

Negli anni novanta Exogroove divenne molto di più di un fenomeno di culto. Exogroove fu il primo a proporre in Italia una line up con decine e decine di dj, unendo in un unico evento – prima di chiunque altro – la house e la techno, che negli anni novanta avevano un pubblico completamente opposto, diviso come due acerrime fazioni; Exogroove fu un vero e proprio festival ante-litteram, con orari che consentivano al pubblico di godersi la musica in pieno giorno, concludendosi rigorosamente entro la mezzanotte. Anche per marketing, grafiche, comunicazione, merchandising Exogroove ha dettato la linea prima di tutti. Anche nella capacità di fermarsi al momento giusto, quando l’epoca dei rave e poi degli afterhour aveva fatto il suo tempo. Non prima di essere diventato un fenomeno da esportazione, con date in Francia, Spagna, Svizzera, Francia, Grecia, Slovenia e Gran Bretagna; il clou nel 1999 ha luogo l’approdo in Sudamerica, a San Paolo del Brasile. Eventi in grado di radunare ogni volta decine di migliaia di persone.

Exogroove è rimasto nella memoria di chi c’era e nell’immaginazione di chi non c’era grazie ad una line up di altissimo livello, con una serie di top dj, autentiche superstar ancor prima che questa definizione divenisse persino inflazionata nel panorama attuale della musica elettronica. Qualche nome? Joe T Vannelli, Claudio Coccoluto, Ralf, Robert Miles, Francesco Farfa, Francesco Zappalà tra gli italiani, John Digweed, Lil Louis, Smoking Jo tra gli stranieri, insieme a tantissimi altri, che non possiamo citare per ovvi motivi di spazio e di sintesi. Con Exogroove la figura del vocalist cambiò decisamente passo, grazie ad un personaggio come Tony Bruno. Sua la voce inconfondibile che accompagnava le performance dei dj in ogni Exogroove, anche e soprattutto nell’omonima traccia prodotta da Joe T Vannelli nel 1995 con la sua compagnia discografica Jt Company, con la quale diede vita anche a due compilation Exogroove, nel 1995 e nel 1996, con il prezioso contributo di Francesco Zappalà.

Exogroove: che cosa aveva di così unico e speciale?
Di sicuro Exogroove è stato un autentico precursore degli eventi di musica elettronica in grado di radunare decine di migliaia di persone Un percorso iniziato nel 1989, lo stesso anno della prima Love Parade di Berlino, mentre la Street Parade di Zurigo sarebbe arrivata nel 1992: i festival e tutto il resto sarebbero arrivati molto dopo. Exogroove ha avuto il pregio – se vogliamo la scoperta dell’acqua calda – di unire il pubblico della house e techno. All’epoca l’house era patrimonio di un pubblico più adulto, molte donne e molti gay, la techno invece aveva target più giovane: dress code e stili di vita contrapposti. Exogroove ha unito diavolo e acqua santa. Una coesistenza sdoganata e possibile in maxi locali, dove la gente poteva avere la propria sala ed eventualmente interagire con gli altri; una scelta in seguito ripresa da tutte le discoteche: main room house e privè techno, o viceversa).

Gli anni novanta sembrano tornare sempre più in auge nei ricordi di chi c’era e nei desideri di chi non c’era.
Negli anni novanta era tutto più bello. Si aveva una vita reale, non sui social: non esistevano i telefonini che facevano i video in 4K, le foto da condividere sul web. Tutto era vissuto di persona o attraverso il racconto di chi c’era stato: un evento come Exogroove godeva dell’effetto sorpresa. Lo si veniva a conoscere dall’amico, dalla compagnia, dal fratello, grazie ad una cassettina mixata, grazie a qualche foto; i casi al quel punto erano due: o si andava all’Exogroove o ci si doveva accontentare del raccolto, e tutto questo amplificava il mito e la leggenda.

Tornerà mai Exogroove? Mai rovinare qualcosa di unico con un party remember, meglio lasciarlo nell’album dei ricordi di chi l’ha vissuto? A ciascuno il sacrosanto diritto di pensarla come ritieni più opportuno. E per chi non c’era? Entro la stagione 2021/22 saranno attivi un sito internet e relative pagine social che racconteranno con parole, musica e immagini quello che per tutti resterà qualcosa di irripetibile.

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